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Le fasi del sonno

Le due fasi principali del sonno

Tutto quello che oggi si conosce sul sonno è stato scoperto grazie a particolari esami basati sul monitoraggio delle onde cerebrali, attraverso i movimenti oculari e i movimenti muscolari. Gli studiosi hanno evidenziato che il sonno non è uguale per tutta la sua durata ma è caratterizzato dalla presenza di 2 fasi principali:

  • La fase non-REM Sonno ortodosso
  • La fase REM Sonno paradosso

Il termine REM deriva dal fatto che durante tale fase gli occhi si muovono con movimenti ritmici rapidi (dall’inglese Rapid Eye Movements = movimenti oculari veloci). In questa fase, che si verifica normalmente 4 o 5 volte per notte, si fanno sogni molto intensi. Il termine sonno paradosso deriva dal fatto che l’elevata attività celebrale e i rapidi movimenti oculari che caratterizzano questa fase sono in contrasto con il grado di generale rilassamento muscolare. Durante la notte si verificano diversi cicli del sonno della durata di 90-100 minuti caratterizzati dal passaggio attraverso vari stadi del sonno e la fase REM.

Stadio 1

L’attività cerebrale rallenta e le onde alfa dell’elettroencefalogramma, che sono tipiche dello stato di veglia in rilassamento ad occhi chiusi, vengono sostituite da ondulazioni abbastanza regolari.

STADIO 2 - “SONNO LEGGERO”

In questo stadio prevalgono le onde con brevi esplosioni di attività cerebrale, “fasi del sonno”.

STADIO 3 - “SONNO PROFONDO”

Le onde cerebrali diventano lente e grandi. E’ il primo sonno vero e dura circa la metà del tempo totale del sonno.

STADIO 4 - “SONNO PROFONDO EFFETTIVO”

E’ quello del sonno più profondo, quando il nostro organismo si rigenera. Le onde corrispondenti all’attività cerebrale di questo momento sono piuttosto lente.

Le fasi di sonno REM, della durata di circa 15 minuti, sono caratterizzate da sogni intensi e da movimenti oculari ritmici e rapidi. Nel corso della notte diminuiscono progressivamente le fasi di sonno profondo e aumentano di durata e di intensità le fasi REM. Un giovane adulto arriva al sonno REM più o meno 90 minuti dopo l’addormentamento; questa fase, che si ripete all’incirca ogni 2 ore, dura sempre un po’ di più fino ad arrivare al momento più lungo che precede il risveglio. I vari studi fatti sul sonno concordano nell’affermare che sia il sonno REM che quello non-REM sono necessari per essere in buona salute. Durante il sonno non-REM si ha una produzione elevata dell’ormone della crescita che è vitale per la salute fisica, mentre nel sonno REM aumenta il flusso sanguigno verso il cervello e questo è utile per la salute mentale.

L’analisi del sonno su materassi standard e di qualità. È stato condotto uno studio comparativo sulla qualità del sonno in soggetti normodormitori che hanno dormito alternativamente su due differenti tipi di materassi: uno dalle normali caratteristiche e considerato “standard” mentre l’altro realizzato con requisiti ergonomici di comfort e considerato “di qualità”. Per la ricerca sono stati selezionati soggetti sani, di sesso maschile e con età media di 32 anni. I soggetti hanno dormito su ciascun materasso in due sessioni. Gli studiosi impegnati nella ricerca hanno dimostrato che il materasso è in grado di produrre cambiamenti profondi e sostanziali sulla qualità del sonno, come i risultati confermano: con un materasso anatomico di qualità è possibile migliorare la continuità e la stabilità del sonno, riducendo il tempo necessario per addormentarsi e diminuendo sostanzialmente il numero dei risvegli notturni. La scienza dimostra, quindi, che un letto confortevole, in grado di assicurare un giusto equilibrio tra rigidità e comfort, può aumentare significativamente la qualità del riposo e, di conseguenza, assicurare un risveglio dal benessere psico-fisico ottimale.

Il corretto equilibrio tra comfort e rigidità per un riposo salutare Il “sistema letto” assolve ad una funzione di sostegno del corpo durante il sonno quando la muscolatura, completamente rilassata, non è in grado di sostenere la spina dorsale. Come dimostrato, la qualità del sonno dipende molto dal letto e di conseguenza dal materasso che ne è l’elemento primario. In generale bisogna considerare che il materasso non deve essere né troppo morbido né troppo rigido; ma deve essere in grado di assicurare il corretto sostegno alla colonna vertebrale, con un completo adattamento al corpo. Da un punto di vista ergonomico il materasso deve sostenere la colonna vertebrale nella sua conformazione naturale, che, nel corpo disteso non è diritta ma ha una forma ad “S”; inoltre, il materasso deve deformarsi anatomicamente sotto il peso del corpo e recuperare la sua forma non appena il corpo si sposta.

Un supporto troppo duro può comprimere eccessivamente i tessuti sottocutanei e non seguire la curva della colonna vertebrale; al contrario, un materasso cedevole o troppo morbido può non sostenere adeguatamente il corpo. Un buon materasso ed una buona base devono sostenere il corpo in tutti i punti, mantenendo ogni vertebra della colonna nella sua naturale posizione senza che i dischi intervertebrali vengano sottoposti ad anomale compressioni. Inoltre deve evitare la formazione di scomodi e dannosi punti di pressione, cioè dei punti dove il sangue si ferma e non circola. Quando ciò non avviene, il corpo deve adattarsi di continuo per ridurre la compressione dei dischi intervertebrali o per impedire la stasi ematica e linfatica; quindi il sonno è disturbato e discontinuo con frequenti risvegli dei quali al mattino non si ha memoria ma che lasciano una sensazione di stanchezza e di malessere diffuso.

E’ opportuno ricordare che per ottenere i notevoli benefici di un sonno di qualità, il materasso deve poggiare su una base idonea; occorre evitare quindi un abbinamento sbagliato.